Ci sono due strade per parlare e agire rispetto al fenomeno della migrazione.
Una, quella scelta dalla destra e diventata un cavallo di battaglia soprattutto in occasione di campagne elettorali, è la strada della paura e della demonizzazione dei migranti, descritti quasi sempre come clandestini, quando non addirittura ladri di posti di lavoro, persone violente e pericolose.
L’altra strada è quella della visione progressista, dell’umanità e della verità dei numeri (tutt’altro che emergenziali in una ripartizione su base europea) e delle storie personali di chi scappa in cerca di una speranza di vita migliore.
In questo caldo agosto, mentre Salvini ha scelto Lampedusa per aprire la campagna elettorale scattando selfie davanti al traghetto che trasferiva i migranti dall’hotspot dell’isola verso la Sicilia, e la Meloni proponeva il blocco navale come soluzione all’invasione, con Mediterranea il 4 agosto abbiamo celebrato la giornata della gratitudine. Alla Porta d’Europa di Mimmo Paladino, a Lampedusa, abbiamo pronunciato parole di umanità, dignità e ringraziato tutti coloro che ogni giorno si adoprano per salvare vite umane in mare.
Qualche giorno dopo al Festival Alkart di Alcamo con i colleghi europarlamentari Domènec Ruiz Devesa (Spagna), Cyrus Engerer (Malta), Thijs Reuten (Paesi Bassi), abbiamo marcato la differenza dalla destra populista in piazza davanti a famiglie, giovani e anziani in ascolto, dicendo solo la verità: mostrando i numeri veri della migrazione e l’evidenza di trattamenti differenti rispetto a chi giustamente fugge dall’Ucraina e chi invece dall’Africa e dal Medio Oriente.
Non bisogna lasciarsi abbindolare dalla narrazione distorta e tossica che del tema della migrazione la destra sta portando avanti. Bisogna, piuttosto, guardare con senso critico alla verità. A ciò sono chiamati coloro che saranno impegnati nella campagna elettorale dell’area democratica e progressista. Per consentire a chiunque di scegliere in modo informato e consapevole.
Pietro Bartolo
Il servizio de L’Aria che tira su La 7
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Nell’ultimo anno sono stati più di mille i morti nel Mediterraneo.