Con 646 voti favorevoli, 3 contrari e 39 astensioni è stata approvata nel corso dell’ultima sessione plenaria del Parlamento Europeo un’importante risoluzione sui rifiuti marini. Si tratta di un passo fondamentale verso l’identificazione e la messa in atto di soluzioni efficaci e concrete ad un problema che diviene ogni giorno sempre più preoccupante.
È stato stimato che più di 150 milioni di tonnellate di plastica si siano accumulate negli oceani in tutto il mondo, mentre tra le 4,6 e le 12,7 milioni di tonnellate si aggiungono inesorabilmente di anno in anno. Il problema riguarda anche il nostro Mar Mediterraneo dove ogni anno vengono riversate 11.200 tonnellate di plastica scaricate in natura. Senza contare le microplastiche, le quali raggiungono livelli di concentrazione record rispetto agli altri bacini europei con 1,25 milioni di frammenti per km2.
In qualità di relatore ombra per il Gruppo S&D ho lavorato per far sì che il testo ponesse al centro delle possibili soluzioni i pescatori europei, ossia coloro che più di tutti subiscono i danni provocati dai rifiuti marini. A fronte di una minima parte dei rifiuti che proviene dalle attività di pesca, il nostro settore deve spesso far fronte a ingenti danni economici e alle imbarcazioni nonché con una stigmatizzazione continua che vede nella pesca il maggior produttore di rifiuti marini.
Al contrario, la pesca e i pescatori non possono che essere i protagonisti principali dello sforzo europeo per la pulizia dei mari e sono contento di aver contribuito a sottolineare soprattuto questo aspetto grazie agli emendamenti presentati e negoziati in Commissione PECH.
In particolare, il testo chiede di incrementare la raccolta dei dati relativi alla quantità e ai tipi di rifiuti presenti nelle acque europee e la loro incidenza sulle attività di pesca, nonché ad incrementare la raccolta dati relativi alla quantità di rifiuti sbarcati, smaltiti ed inseriti all’interno della catena del riciclo al fine di avere quanta più contezza possibile del fenomeno;
In secondo luogo, il testo chiede di promuovere e sostenere il ruolo dei pescatori impegnati in regimi volontari di raccolta per l’identificazione, la raccolta e il riciclaggio dei rifiuti marini, come il programma “Fishing for Litter”, anche attraverso incentivi economici e soluzioni premiali al fine di promuovere comportamenti virtuosi;
Ma tutto ciò non basta, molto spesso i pescatori si ritrovano a doversi scontrare con strutture portuali non adeguate a ricevere i rifiuti pescati accidentalmente. Il testo chiede dunque di rafforzare le strutture logistiche nei porti al fine di garantire spazio sufficiente allo stoccaggio separato dei vari tipi di rifiuti marini, la presenza di sufficiente personale per trattare correttamente e in sicurezza i rifiuti sbarcati e la fornitura a tutte le imbarcazioni di contenitori per la raccolta dei rifiuti marini.
Infine, il testo sottolinea l’importanza rafforzare la collaborazione e la promozione di sinergie con start up e iniziative private che si occupano di progettazione ecocompatibile e riciclo degli attrezzi da pesca nonché di rafforzare un modello sinergico tra il comparto della pesca e quello della ricerca.
Pulire i nostri mari è possibile e l’UE deve muoversi quanto più velocemente possibile, mettere il nostro settore ittico al centro è imperativo, solo in questo modo potremo raggiungere gli obiettivi che ci prefiggiamo.