Strasburgo 26 febbraio 2024. “Il governo italiano ha tradito i familiari delle vittime e i superstiti del naufragio di Steccato di Cutro del 26 febbraio 2023. Continueremo a chiedere verità e giustizia”. Questa è la posizione del PD ribadita ieri da un’ampia delegazione guidata dalla segretaria Elly Schlein, sul luogo della strage e a Crotone per ricordare, ad un anno di distanza, il naufragio di Steccato di Cutro costato la vita a 94 persone, di cui 34 tra bambini e adolescenti.
“Chiediamo che gli impegni presi dal governo siano rispettati e da un anno facciamo la stessa domanda: come è stato possibile? Perché non sono uscite le motovedette della Guardia Costiera per dare soccorso a un’imbarcazione che si sapeva da ore in difficoltà?”, ha ribadito la segretaria. Confermando un percorso, quello d’umanità, tracciato già alle primarie quando, in modo netto, disse “no agli accordi con la Libia”. Quelle parole mi hanno convinto che era arrivata l’ora di aderire al PD. Da medico di Lampedusa, prima che da europarlamentare.
Insieme all’ex presidente della Camera Laura Boldrini, ho incontrato i parenti di alcune delle persone che hanno perso la vita in quella tragica notte e alcuni dei sopravvissuti. Le loro storie, raccontate in queste ore anche da tante emittenti televisive, non possono lasciarci indifferenti. Al ricordo della paura di quella notte si unisce il senso di tradimento profondo di chi sperava di potersi ricongiungere con la famiglia, richiamando cari rimasti in Afghanistan, così come la presidente Meloni aveva promesso. La presidente aveva garantito anche che i familiari delle vittime sarebbero stati portati in Italia. Ma nulla di tutto questo è accaduto. Anzi, nessuno di loro è mai stato ricontattato dopo l’incontro avvenuto il 16 marzo a Roma. Una vergogna!
Nel confronto avuto con i superstiti e i familiari di alcune delle vittime tornate in Calabria da varie parti d’Europa dove vivono, è stato chiesto anche che siano fatte le comparazioni del test del DNA per identificare le vittime ancora senza nome. Era dovere del governo essere a Cutro e a Crotone per parlare con queste persone. Ma così non è stato.
Il calendario di eventi organizzato dalla Rete 26 febbraio tra Cutro e Crotone è andato avanti per tre giorni. L’atmosfera, i volti delle persone che ho incontrato domenica, la voglia di non fermarsi di tanti rappresentanti delle associazioni che si ritrovano attorno alla Rete ma anche di tanti volontari di ONG o associazioni nazionali conosciute a Lampedusa e presenti ieri a Crotone, mi ha fatto sentire la stessa umanità che si respira sulla mia isola, quando c’è uno sbarco e, soprattutto, quando il 3 ottobre si avvicina.
Nel naufragio del 3 ottobre 2013 a Lampedusa persero la vita 368 persone. E’ trascorso un anno da Cutro, 10 ne sono trascorsi da Lampedusa. Basta questo a far capire come parlare di emergenza migrazione è un errore. Il fenomeno migratorio è piuttosto qualcosa di naturale e di strutturato. Per questo le risposte date finora sono sbagliate e la stretta del governo Meloni e quella imposta all’Europa dai governi a trazione di destra non avrà l’effetto sperato ma servirà solo ad aggravare in numero di morti in mare e i conflitti in terra (a proposito di globo terracqueo!).
Pietro Bartolo