Lo chiedevo e lo chiedevamo da anni come gruppo S&D ieri finalmente il Parlamento Europeo riunito a Strasburgo in seduta plenaria ha preso una posizione forte sulla risoluzione che abbiamo portato avanti a sostegno di una missione di ricerca e salvataggio dell’UE. Un risultato possibile grazie ad un’ampia coalizione che ha compreso Ppe, S&D, Renew, Verdi e Sinistra.
Nel mio intervento in aula (qui il video, ndr) durante il dibattito del giorno prima, avevo sottolineato l’importanza nei casi di naufragio di un soccorso immediato, perché il mare non lascia scampo, non esistono dispersi ma solo morti purtroppo. Con il voto di ieri si afferma la visione del fronte europeista, quella dei padri fondatori dell’Ue basata sul rispetto, la solidarietà, i diritti umani.
C’è ancora speranza per un approccio al fenomeno migratorio basato sulla solidarietà e sull’umanità.
Il naufragio di Cutro e il naufragio di Pylos, la perdita di centinaia di vite umane non sono più fatti isolati ed è per quersto che abbiamo insistito come gruppo dei Socialisti democratici per aggiungere un dibattito e una relazione all’ordine del giorno della plenaria a Strasburgo. Secondo i dati dell’Organizzazione internazionale per le migrazioni, dal 2014 sono state registrate 27.633 persone disperse, sicuramente morte, dico iom nel Mediterraneo. Solo quest’anno, 1.875.
Con la risoluzione adottata ieri, inviamo un chiaro segnale: gli Stati membri e la Commissione devono assumersi pienamente le proprie responsabilità legali e umanitarie. Al centro di questo impegno, la richiesta di una missione di ricerca e salvataggio coordinata a livello europeo che dovrebbe combinare le capacità degli Stati membri con il supporto di Frontex. Nella risoluzione anche la richiesta di attenzionare il lavoro delle ONG che devono essere autorizzate a svolgere missioni civili di ricerca e salvataggio senza timore di essere criminalizzate.
“La ricerca e il salvataggio – ha dichiarato Birgit Sippel, portavoce S&D per gli affari interni- non sono una decisione politica arbitraria, al contrario: è nostro dovere morale e legale salvare le persone dall’annegamento. È inaccettabile che gli Stati membri si voltino ripetutamente dall’altra parte, come nel caso del recente disastro al largo delle coste greche, che rifiutino l’aiuto e che addirittura criminalizzino la società civile per la sua assistenza”.
“Purtroppo il recente naufragio in Grecia – ha detto Domènec Ruiz Devesa, negoziatore S&D per la risoluzione sulla ricerca e il salvataggio – è stato l’ultimo di una lunga serie di tragedie prevedibili. Con questo dibattito e questa risoluzione, dobbiamo assicurarci che quanto accaduto a Pylos non si ripeta mai più nel Mediterraneo. È chiaro che la ricerca e il salvataggio sono ora una questione urgente di responsabilità europea. Il modo migliore per sostenere gli Stati membri e salvare vite umane è lanciare una nuova missione di ricerca e salvataggio dell’UE, e questa è la priorità di questa relazione. Esiste l’obbligo umanitario di salvare vite in mare e non è una questione che dovrebbe dividere il Parlamento europeo su base politica. Questo è un voto storico che ci permette di inviare un messaggio forte e unito al Consiglio: l’alto numero di morti nel Mediterraneo è inaccettabile e la mancanza di azione non è sostenibile.”