Voler praticare una stretta sulla protezione speciale, dopo aver già eliminato la protezione umanitaria è vergognoso.
Gli emendamenti al già pessimo decreto Cutro del Governo e ancor più i sub emendamenti presentati dagli esponenti della maggioranza cancellano di fatto ogni possibilità di inclusione e accoglienza nel nostro Paese. Si parla di accoglienza solo attraverso canali di migrazione regolare che però sono ancora tutti da costruire e su cui manca una proposta concreta.
Sono scelte che rischiano di aumentare la condizione di illegalità e insicurezza delle nostre città perché molte delle persone che oggi godono della protezione speciale si troverebbero da un giorno all’altro, ad essere irregolari e facile preda o sotto ricatto della criminalità organizzata. Il “no” allo Stato di Emergenza da parte delle Regioni a guida centrosinistra e della Valle d’Aosta a trazione progressista rispondono a questa consapevolezza.
L’idea di nuovi Cpr (Centri per il rimpatrio) e di mega CAS (Centri di accoglienza straordinaria) senza le strutture che invece si occupano di inclusione, gli ex Sprar oggi Sai (Sistema accoglienza inclusione), anche questi lentamente smantellati, rischiano di trasformare l’Italia in un grande campo di detenzione.
Una scelta che indigna e preoccupa come denunciano oggi in una lettera aperta i sindaci di centrosinistra, di Roma, Milano, Torino, Napoli, Bologna e Firenze. Lettera che faccio mia, rilanciandola con un appello a tutti – partiti, associazioni, sindacati dei lavoratori e di categoria- per far sentire la nostra voce e bloccare prima che sia troppo tardi quanto sta accadendo. Avviamo insieme una petizione popolare. Iniziativa condivisa dal Responsabile delle Politiche migratorie Pd Pierfrancesco Majorino e dal Capo Delegazione del Partito Democratico al Parlamento Europeo, Brando Benifei.
Lo dico a tutti i partiti dello schieramento democratico e anche ai rappresentanti politici più moderati della maggioranza: la Destra non può portare avanti una battaglia identitaria e ideologica sulla vita delle persone.
Pietro Bartolo