di Pietro Bartolo
Ho incrociato fratel Biagio Conte più volte. Lo andai a trovare alla sua missione a Palermo quando ero ancora solo un medico o lo volli rincontrare qui a Bruxelles dove venne nel 2019 per portare il suo messaggio di fratellanza.
L’ho sempre considerato una persona straordinaria, rivoluzionaria nel messaggio di speranza che aveva scelto di dare e per il lavoro quotidiano e concreto a favore degli ultimi. Non è da tutti rinunciare agli agi per vivere da francescano, dedicando la propria vita agli altri.
La notizia della sua morte mi addolora profondamente. A Bruxelles dove arrivò dopo un lungo cammino a piedi consegnò a David Sassoli un appello rivolto al Parlamento europeo, un inno ai valori fondanti dell’Unione, l’accoglienza e la solidarietà: “Dobbiamo impegnarci per contribuire e rafforzare sempre più l’Unione Europea – scriveva Biagio Conte in quella lettera – soprattutto nella solidarietà, nell’ospitalità e nell’accoglienza. Una giusta e stabile società non può lasciare indietro i più deboli. Attenzione che l’indifferenza emargina, uccide chiudere la porta, produce maggiore povertà, disagio, violenza, destabilizzazione, ingiustizie e guerre. Abbiamo tutti il dovere di non alzare barriere, ancor peggio muri, noi non siamo fatti per dividere, separare le nazioni ma per unire”.
Lavorare e fare tesoro della tua testimonianza, è il modo migliore per ricordarti.
Grazie Fratel Biagio.