Questa mattina ci siamo riuniti come Gruppo S&D per discutere della situazione in Ucraina e delle difficoltà che il sistema di aiuti sta trovando. Nel mio intervento ho sottolineato come al 63esimo giorno di guerra in Ucraina, gli scontri stiano aumentando.
I tavoli negoziali sono di fatto sospesi e il conflitto rischia di assumere dimensioni sempre più estese, travalicando gli stessi confini ucraini.
Non si vede nessuna tregua all´orizzonte e gli aiuti militari che l´Europa sta fornendo all´Ucraina sembrano non sortire nessun effetto.
Credo sia giunto il momento che l´Europa assuma una forte iniziativa diplomatica di pace. In queste settimane ci siamo concentrati quasi esclusivamente sul fatto di consentire al popolo ucraino di difendersi. Tuttavia ora di fronte alla distruzione, alla morte sono convinto che l´Europa debba farsi promotrice di una immediata conferenza di pace. Solo da una convinta azione dell’Unione Europea potrà arrivare la fine di questo conflitto. Ho chiesto al mio gruppo politico di costruire questo percorso con tutte le forze a disposizione.
Ho poi voluto segnalare una fattispecie che rischia di inficiare la grandissima risposta che cittadini, i sindaci, e le ONG hanno dato al problema dei profughi ucraini. La generosissima accoglienza offerta da moltissimi europei rischia di subire rallentamenti e in qualche caso di interrompersi perché le famiglie, le comunità, e anche le infrastrutture turistiche che si sono offerte di accogliere i rifugiati non stanno ricevendo il supporto economico promesso. È vero che la Commissione ha stanziato ingenti risorse per questo, ma è altrettanto vero che l’erogazione finale da parte degli Stati e degli enti preposti è colpevolmente in ritardo per le solite pastoie della burocrazia. È necessario vigilare e richiamare la Commissione affinché eserciti le dovute pressioni sugli Enti erogatori affinché sia garantito il sostegno economico al più presto.