“Da questo governo, e dal comitato tecnico che ha individuato i possibili siti di stoccaggio dei rifiuti radioattivi, ci saremmo aspettati una sensibilità differente. Ce la saremmo aspettati nell’interlocuzione e nella concertazione dei territori, consapevoli della complessità di una scelta impopolare ma necessaria, ma ce la saremmo aspettati soprattutto nella scelta dei luoghi”. Così in una nota l’eurodeputato e vicepresidente della commissione LIBE, Pietro Bartolo.
“Guardando – aggiunge – alla Sicilia, tra i luoghi individuati ci sarebbero siti di interesse archeologico e culturale (Calatafimi-Segesta), aree interne che lottano contro lo spopolamento (Castellana Sicula e Petralia Sottana, sulle Madonie), Trapani e soprattutto Butera: in un territorio già profondamente segnato, il Nisseno, dalla presenza dell’Eni a Gela e del Muos a Niscemi, come si può pensare di intervenire anche con un sito di stoccaggio di rifiuti radioattivi? E non va meglio guardando alla Sardegna, dove sono stati individuati 14 dei 67 siti che è necessario realizzare su scala nazionale. In una terra che ha il maggior numero di basi militari in Italia e tra i più alti per quanto riguarda zone industriali dismesse e mai bonificate. Come si può non accennare nemmeno a politiche di bonifica e rilancio per delle aree così vaste e proporre invece un nuovo potenziale di pericolo ambientale?”.
“Di fronte a scelte, ribadisco, necessarie ma evidentemente non concertate – conclude Bartolo -, non resta che la via del dialogo: il governo convochi i sindaci, ascolti le loro preoccupazioni, individui insieme a loro la strada da percorrere. Sinceramente non credo che possa esistere altro modo per affrontare la questione”.